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sabato 18 aprile 2020

LA VITA AI TEMPI DEL COVID19.


Era più di un mese che stavo a casa, ligio ai vari dcpm. Ma ieri mattina, venerdì 17, dovevo uscire con Rita per andare dal notaio. Lo studio si trova a Marina di Carrara, altro comune, altra regione!
Entrambi abbiamo avuto una notte insonne e pensierosa, non tanto per il costoso atto notarile che andavamo a stipulare, quanto per
il pensiero di essere fermati da quei cattivi figuri che imperversano nei numerosi filmati virali su Facebook. Questi ormai tristemente famosissimi uomini in divisa, che pullulano sulle nostre strade vuote, fermano chiunque gli passi davanti e dopo aver chiesto i documenti, quando va bene, fanno verbali da svuotare il conto in banca, dopo averti ridicolizzato con sguardi duri ed atteggiamenti di rambesca memoria. Ma se qualcosa non va per il verso giusto, ti assalgono cercando di contorcerti le braccia dietro la schiena, per provare a fissare ai polsi quei bellissimi braccialetti lucenti che hanno sul cinturone. Ma se ti opponi, sputando o addirittura resistendo, allora sono schiaffi, pugni, calci e sbattimenti per terra. Ovviamente non mancherà il buon samaritano, che mosso a compassione, girerà tutta la scena con il suo telefonino, per poi darla in pasto al popolo degli acab mai domi sui social.
La macchina, ormai ferma anche lei da più di un mese parte subito. Un ultimo controllo ai documenti d'identità, l'autodichiarazione debitamente compilata, il foglio con l'invito del notaio e copia della mail con appuntamento.
Rita insiste per lasciare a casa l'elmetto ed il giubbotto antiproiettile. Insisto per portare almeno le protezioni per polsi, ginocchia e gomiti di rotellistica memoria. Niente da fare, mi dice che basta la mascherina ed i guanti di gomma.
Mi convince e partiamo. Le strade sono vuote e desolate il panorama è bellissimo e terso come la giornata. Non ci sembra vero di essere tornati nella nostra vecchia macchina, insieme come tanto prima.
Quando arriviamo sul lungomare di Marinella, da lontano scorgiamo una macchina grigioverde con lampeggiante, al bordo della strada e due militari con la paletta pronta da mostrarci le loro insegne e relativo comando di stop. Comincio a sudare freddo, cerco di infilarmi goffamente la mascherina, imprecando verso Rita che non ha voluto sedersi dietro, le chiedo di spostarsi almeno di un metro buono e lei obbedendo si appiccica alla portiera. Ormai lo vedo in faccia, cattivissimo, ghigno sicuro e paletta diritta verso il centro dei miei occhi. Rapidamente vado a cercare nel cassetto della mia memoria a lungo termine, alcune mosse di difesa personale da mettere in atto appena provasse a toccarmi. Sono fermo, abbasso il finestrino e con la faccia più cattiva che riesco a produrre lo fisso negli occhi. "Buongiorno signori, solo un normale controllo, favorisca patente e libretto e possibilmente un documento della signora che sta accartocciata sulla portiera affianco". Tutta una frase così lunga, pronunciata con estrema gentilezza e senza nemmeno provare a toccarmi?
"Se lo ritiene più comodo può scendere, altrimenti può rimanere in auto". A questo punto decido di mollare il manico di legno duro, che avevo smontato dal mio martello e che tenevo nascosto nel vano sotto il freno a mano.
"Avete mica una dichiarazione già compilata di dove andate, altrimenti ve la fornisco io".
Orgogliosamente tiro fuori le dichiarazioni compilate con estrema precisione, alle tre di notte, e gliele porgo.
"Andate da un notaio, signori? Avete per caso la convocazione?"
Con fierezza e gonfiando non poco il petto, gli consegno anche la convocazione notarile.
"Vi chiedo solo la gentilezza di aspettare un minuto mentre trascrivo i dati e poi vi lascio andare".
Guardo Rita, che intanto si era rimessa comoda al suo posto, ma che razza di forze dell'ordine ci hanno fermati? Per favore, sia gentile, per cortesia, vi lascio andare........ma come parla questo?
Non mi ha nemmeno guardato storto, rivolto un insulto, nessuna sfida a duello, nessun tentativo di prendere le manette luccicanti.
Mah, vatti a fidare delle forze dell'ordine.
Arriva di nuovo verso di me con tutti i documenti e porgendomeli mi dice: "Buona giornata signori, ho letto che lei è campano. Anch'io, sono di Caserta. Se dovessero rifermarvi i colleghi, vi forniranno loro un'altra dichiarazione perché questa la devo trattenere io.
Vi lascio comunque una copia della convocazione del notaio da mostrare ad eventuali altri controlli. Chiedo scusa se vi ho fatto perdere qualche minuto ma facciamo il nostro dovere".
Sono rimasto sconvolto, non poco, di tutto questo eccessivo buonismo.
Passo i documenti a Rita, saluto, anch'io, cordialmente e riparto.
Poi mi accorgo, guardando dallo specchietto retrovisore, che non c'era nessuno nelle vicinanze a girare il video da mettere su Facebook.
Ecco il motivo di questo racconto!

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