Ultimi giorni di agosto 2014,
abbiamo lasciato dietro di noi un'estate atipica. Il viaggio è stato gradevole,
la voglia di arrivare, di rivedere i miei cari e la mia Terra aveva
consapevolmente reso il piede leggermente pesante sull'acceleratore. Il caldo
ed il cielo sereno ci aveva accompagnato durante tutto l'attraversamento di
Toscana, Umbria e Lazio.
All'altezza di Capua, una leggera foschia di
umidità, ci faceva rendere conto del grande calore a cui andavamo incontro.
Caserta era dietro l'angolo e già a sud si
stagliava, imponente in fondo alla pianura Campana, la sagoma di sua maestà il
Vesuvio con il fiero scudiero Monte Somma.
Deviamo in direzione Salerno, il piede diventa
più pesante ed un leggero brivido adrenalinico mi pervade la schiena.
Rita, alle prese con il telefonino cerca di
immortalare sua maestà 'A Muntagna.
Purtroppo proprio attorno al suo profilo più
alto si era formata una grossa aureola di calore, con false sembianze di
nuvole.
Rita mi pregava di rallentare, ma la voglia di
arrivare era sempre più pressante. Alla mia destra, vedevo già i palazzi più
alti della città che 54 anni prima mi aveva accolto come figlio, Marigliano.
Inutile raccontare i festeggiamenti di routine
di mia mamma e quelli un po' più nascosti di Rosanna, l'eterna sorellina
brontolona.
Il telefonino presentava già i numerosi
benvenuti da parte di amici del gruppo "non sei di Marigliano se",
insieme ai graditi inviti per un caffè o aperitivi.
Non nascondo la voglia di rivedere le persone
che già avevo avuto modo di incontrare per la prima volta nel periodo di
Pasqua.
In sette giorni di permanenza a Marigliano, non
sono mai stato solo. Certo, la precedenza ai miei vecchietti ultraottantenni ed
ai miei fratelli. Ma davvero, diversamente dal solito, non siamo mai rimasti
soli.
Il modo ed i pretesti, per incontrare questi
nuovi amici, sono stati i più svariati ed avvenuti in vari luoghi. Chi poteva
ed aveva piacere si faceva trovare per gustare un caffè o sorseggiare un
aperitivo, oppure semplicemente una chiacchierata.
Non nascondo la mia emozione provata nei vari
incontri, dove si materializzavano, di volta in volta, i volti, fino ad allora
virtuali. Nella mia immaginazione, dietro alla tazzina di caffè vedevo le
persone allargare lo schermo dello smartphone, uscire dal social ed atterrare li
davanti a me.
Ho cercato di carpire, dalle parole, dagli
atteggiamenti, la personalità dei miei amici materializzatisi dalla virtualità.
A volte, probabilmente ho anche esagerato e messo in difficoltà qualcuno con i
miei sguardi insistenti oltremodo ed indagatori.
Solo nella serata in pizzeria, ho capito che
potevo davvero mettere da parte le miei iniziali perplessità.
Dopo un iniziale chiacchierio più o meno
conoscitorio, l'amico maestro musicista ha iniziato a trasformare il rumore
prodotto da semplici stoviglie in ritmi musicali ben noti a tutti. La
napoletanità canora di tutti i presenti è straripata e ci siamo ritrovati uniti
in un solo coro.
Non so dire se eravamo intonati, se le parole
erano giuste, ma il divertimento che ne è scaturito è stato da dieci.
La serata, proseguita in un altro locale
cittadino, consigliato da una espertissima del gruppo ha saputo aggiungere
ancora risate e buon umore a tutti.
Quanti straordinari e bei personaggi compongono
questo meraviglioso gruppo di amici. Certo, ognuno con il proprio carattere e
personalità, ci sono gli zizzaniosi, i buongustai, i parlatori, i silenti, i
notturni, i dormiglioni, gli ironici, i ballerini, i cantanti, i tuttologi e anche chi si
"inziria (si incapriccia)" per poco.
Quello che domina su tutto, comunque è la voglia
di comunicare, di fare nuove amicizie e rinsaldare quelle vecchie, uscendo
dalla routine delle quattro mura.
Un gran bel gruppo.
Domenica mattina di settembre, la settimana è
passata, è volata. Sto caricando i bagagli in macchina, musiche ad alto volume
rompono l'aria (e non solo) del quartiere Pontecitra. Canzoni cosiddette
neomelodiche, che purtroppo, hanno soppiantato i grandi brani scritti da
illustri poeti e musicisti napoletani del secolo passato.
Attraverso il corso principale della Città, addobbato
di luminarie. Poca gente per strada, in questa giornata di festa.
Mi ritrovo in autostrada a guidare pensieroso,
quando mi giungono ancora inviti per un caffè. Mi accorgo che sto guidando in
un silenzio irreale, Rita mi tiene la mano destra e fissa l'asfalto da dietro i
suoi grandi ed immancabili occhiali scuri, a me tanto invisi. Non sopporto gli
occhiali da sole, coprono gli occhi e non ti danno l'opportunità di leggere
dentro le persone. Io sostengo che parlano più gli occhi della bocca.
Il Vesuvio è dietro di noi, il castello di Cancello
alla nostra destra, gli alberi allungano la loro ombra verso di esso.
l massiccio del Matese si avvicina a grande
velocità alla nostra destra, la lunga striscia di asfalto si allunga a nord.
Marigliano è ormai lontano, i nostri nuovi amici
sono qui, nella nostra mente tutti con noi. Parliamo di loro, uno ad uno.
Rita inizia a leggere tutti i post bene
auguranti per il nostro viaggio, qualcuno ci dedica e suggerisce qualche
canzone da ascoltare, poi mi dice: -"Non credevo di trovarmi così a mio
agio".
Alla prossima cari amici di "Non sei di
Marigliano se".
P.s.: Dopo circa due anni dalla fondazione, il gruppo di Facebook è stato chiuso.
Purtroppo, quelli che erano gli zizzaniosi e gli inziriosi, hanno preso il sopravvento, facendo diventare ogni fuscello una trave.
Per fortuna non è stato buttato, come si suol dire, il bambino con l'acqua sporca. Un piccolissimo gruppetto, che si può contare una sola volta con le dita delle mani, è rimasto in contatto ancora fino ad oggi, nonostante le restrizioni covid. Il buon senso e l'amicizia schietta e sincera, senza secondi fine,
prevale sempre su tutto. Una cosa però prevale di più su tutte, quella di incontrarci presto in un localino semplice, che piace a tutti noi superstiti del gruppo. "Quand jamm addo a Ross".