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lunedì 2 maggio 2022

LA DECISIONE FINALE

Stamattina non riuscivo a dormire, il caldo mi spingeva fastidiosamente giù dal letto. Una sbirciatina a mezz'occhio all'orologio, mi confermava tristemente la prossimità dell'alba. 
Le cinque del mattino.
Faccio di necessità virtù, raccolgo le mie umili forze e mi avvio in bagno. Inaspettatamente, trovo la bilancia proprio in mezzo al percorso letto/bagno, messa lì nottetempo da qualche buontempone per costringermi a sgraditi incontri.
È da tanto tempo che non davo più confidenza a questo mezzo spietato quanto odiato.
Non ci salgo sopra, ma con un briciolo di orgoglio raccolto, scanso opportunamente l'impietoso strumento, spesso menzognero, mi guardo allo specchio e decido che è giunto il momento. 
Ma solo perché lo voglio io!
Andrò a camminare!
Esco dalla porta, pantaloncini, maglietta di cotone leggera e scarpe idonee a lunghissime camminate. 
Mi fermo sul pianerottolo ad ammirare la natura ancora semi addormentata. Non sento le fastidiose cicale che stanche del frinire del giorno prima rifiatano dormendo tra le foglie.
Tantissimi uccellini cinguettano parlando tra di loro, ne ho contati 237.
Due tortorelle, appollaiate su di un filo della corrente, amoreggiano tubandosi allegramente. Scendo le scale e mi avvio verso la stradina. Sul tetto vicino, un attempato e spelacchiato gatto rosso, memore dei bei tempi che furono, ci prova con una la giovane gatta nera, Giorgia, abbastanza indisposta.
Dopo una iniziale schermaglia a base di miagolii intimidatori, la battagliera gatta,  tira due sberle/zampate sul muso, già malridotto, del gattone rosso, che non avendo altri argomenti, batte mestamente in ritirata.
Riprendo la mia camminata, con l'intento di non farmi più distrarre da nessuno. Comincio subito a sudare, nonostante l'aria fresca.
A metà percorso sento pesantemente la stanchezza fisica e l'acido lattico, accumulato tutto nei polpacci, rende il mio passo, inizialmente arzillo, più pesante di una zampa d'elefante.
Finalmente intravedo la porta di casa. 
Mi getto a pelle di leopardo sulla sedia, respiro affannosamente.
Dopo mezz'ora recupero tutte le mie forze e vado a leggere i dati dell'applicazione utilizzata con il telefono:
Km percorsi: 0,850
Tempo minuti: 64,00
Calorie: 39
Dislivello mt: 4
Analizzo in fretta i dati raccolti e li confronto con la stanchezza accumulata.
Decisione finale.
Per dimagrire, non andrò più a camminare, troppe distrazioni.
Metterò in atto il piano B.
Così ho detto a Rita che, invece di mezzo kilo di pasta, da oggi ne mangerò solo 400 grammi.
Ad maiora!

Gli ultimi giorni di papà.

La vita ti mette continuamente alla prova. 
Crescere, studiare, lavorare, decidere, comprendere, scegliere, aiutare, perdonare, soffrire.
Riesci quasi sempre, talvolta con enorme dispendio, a superare i vari ostacoli, cercando di lenire le eventuali ferite, lasciate sulla pelle,  nel corpo e nell'animo.
Poi, ti ritrovi inerme, di fronte a due occhi stanchi, spenti da sempre, persi nel vuoto incolmabile della sofferenza.
Occhi conosciuti fin da bambino, nell'intimo, che ti hanno spiato, sostenuto, cercato, seppur spesso silenti.
Questo sguardo frusto fa molto male, ti penetra nel profondo, lascia ferite dolorose non rimarginabili. 
Là, dove non puoi intervenire con nessuna medicina.
Nel cuore!