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mercoledì 2 marzo 2016

LA VASCA

LA VASCA


La "Marunnella senza naso ", rappresentava la sosta prima dell'accesso all'ampio argine lato cimitero. Ci si inerpicava sul ripido argine, per incacamminarci in mezzo all'erba alta e profumata, in un attimo eravamo completamente avvolti dagli odori quasi speziati della natura. 

Il gorgoglio del piccolo torrentello proveniente da Somma Vesuviana ci accompagnava dal fondo vasca. 
Non era raro imbattersi in striscianti serpi e bisce d'acqua. Sulla nostra destra, nella direzione della chiesa di San Vito, dritti come fusi, in fila come soldati perticati, centinaia di giovani noci in coltivazione. 
Farfalle variopinte accompagnavano il nostro cammino prendendosi gioco di noi, con i loro repentini cambi di direzione. Ci sfidavano a prenderle. 
Con loro velocità nei brevi tratti disegnavano segmenti nell’aria e sembrava quasi ci mettessero alla prova nel catturarle. 
Vincevano sempre loro, spesso, nella foga ci si ritrovava a ruzzolare giù dalle alte scarpate. 
L'Ampia curva dell'argine declinava, nel suo tratto terminale verso sinistra, in direzione della piccola masseria Pontecitra. 
Li si trovava il nostro divertimento principale. Due muraglioni in pietra squadrata, bianca come il marmo e liscia, con una doppia rampa a mo' di scivolo. 
Era tutto un ruzzolare, scivolare, risalire e riscendere. Sfide e scommese a chi avrebbe fatto più discesa e risalite in un lasso di tempo o chi era più temerario ad inventarsi plastiche figure nello scivolare. 
Pantaloni sdruciti, bucati, sgualciti. Magliette sudate e strappate. Lividi, cicatrici e sangue pesto sulle ginocchie provate dalla dura pietra. 
Il ritorno percorso a fondo vasca, per cercare di mitigare con l'acqua del torrente le numerose escoriazioni e per ripulire i nostri corpi dal fango. 
Il gracidare delle rane ci accompagnava verso casa. 
La Vasca di San Sossio, a cavallo degli anni 60/70.
Nello Ricciardi


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